Senza dubbio alcuno c'è la connivenza con il numero uno di cosa nostra, Matteo Messina Denaro, sul maxisequestro al re dell'eolico Vito Nicastri, ex elettricista diventato imprenditore di successo.
Perchè in un mercato che produce quella somma, diramato tra Sicilia, Calabria, Lazio e Lombardia, la mafia non può non entrarci.
Spiega il direttore della Dia, Arturo De Felice:"Un modo per colpire al cuore l’aria grigia di Cosa Nostra. Scattano così i sigilli per 43 tra società e partecipazioni societarie legate al settore della produzione alternativa dell’energia elettrica, 98 beni immobili fra ville e palazzine, terreni e magazzini, 7 fra autovetture, motocicli e imbarcazioni e 66 cosiddette «disponibilità finanziarie» fra conti correnti, depositi titoli, fondi di investimento e così via".
Secondo l'accusa un commercio che ha a che fare anche con i due boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, stando ai pizzini ritrovati al momento del loro arresto. La "primula" di Cosa Nostra, il latitante Messina Denaro, da oggi ha piu' terra bruciata attorno a sè.
Redazione
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