Le violenze sarebbero iniziate dopo che il 13 maggio un uomo di 69 anni, armato con un coltello, era stato ucciso dalla polizia. Molte persone che avevano assistito all’episodio, e i militanti dell’organizzazione giovanile Megafonen, avevano denunciato l’eccessiva violenza degli agenti in questo come in altri episodi e avevano organizzato una protesta chiedendo un’indagine indipendente. La polizia aveva deciso invece di avviare un’indagine interna sulla sparatoria per chiarirne le dinamiche.
Uno dei portavoce di Megafonen, Rami al-Khamisi, aveva parlato di «brutalità contro i cittadini», spiegando anche come l’esasperazione nel quartiere avesse raggiunto il culmine anche a causa dell’atteggiamento razzista degli agenti nei confronti degli abitanti. Husby, alla periferia nord-ovest di Stoccolma, è un’area nata all’inizio degli anni Settanta, povera e con un alto tasso di disoccupazione. Ci vivono circa 12 mila persone, la maggior parte delle quali sono immigrati.
Redazione
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