Se Massimiliano Allegri resta al Milan ancora per una stagione il merito non è tanto della rimonta compiuta dopo un inizio disastroso, ma piuttosto dell’opera di convincimento di Adriano Galliani, l’amministratore delegato che ha sempre difeso Allegri, e delle parole nette dei giocatori più rappresentativi, che lo hanno sostenuto quando le mazzate della critica berlusconiana arrivavano più forti. In fondo a queste due settimane stravaganti resta la sensazione che la disputa estetica fra il presidente e il tecnico andrà avanti ancora. Ma il matrimonio d’interessi che serviva per superare l’impasse è stato alla fine celebrato. Tenere Allegri sulla panchina del Milan, in questo momento, significa rischiare il meno possibile, tenere l’ambiente compatto, non cambiare nulla nel settore medico e nello staff che nella stagione appena conclusa ha avuto un rendimento più che buono. Nella stagione 2011-2012 Allegri non era un elemento di sintonia, viste le voci contrarie e i problemi sollevati dai senatori soprattutto negli ultimi mesi, adesso succede il contrario. E Berlusconi, da politico, ha capito che un allenatore democraticamente eletto in questa situazione faceva comodo a tutti. E più che altro alle casse del Milan.
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