Sono previsioni apocalittiche quelle contenute nel rapporto dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) sulle conseguenze del coronavirus, in cui si parla di "perdite devastanti in termini di ore di lavoro e occupazione".
L'Agenzia delle Nazioni Unite prevede che la crisi ridurrà il numero di ore lavorate nel mondo del 6,7 per cento nel secondo trimestre del 2020, equivalenti a 195 milioni di lavoratori a tempo pieno. Ma secondo la nuova pubblicazione, in alcuni settori sono circa 1,25 miliardi i lavoratori ad alto rischio per l'incremento "drastico e devastante" dei licenziamenti e delle riduzioni dei salari e dell'orario di lavoro. "Le scelte che facciamo oggi influenzeranno direttamente il modo in cui questa crisi si svilupperà e la vita di miliardi di persone", dice il direttore generale dell'Oil, Guy Ryder.
La prossima sfida dei Governi di tutto il mondo srà quindi economica oltreché sanitaria.
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